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Figure retoriche – Canto 2° – Purgatorio – Divina Commedia

enjambement:

vv.19/20: ebbi ritratto / l’occhio

vv.37/38: venne / l’uccel divino

vv.52/53: selvaggia/ parea del loco

vv.55/56: saettava il giorno / lo sol

v.76/77: trarresi avante / per abbracciarmi

vv.88/89: com’io t’amai / nel mortal corpo

vv.109/110: consolare alquanto / l’anima mia

vv.118/119: e attenti / a le sue note

similitudini:

v.11: come gente che pensa a suo cammino

v.36: che non si mutan come mortal pelo

v.54: come colui che nuove cose assaggia

v.70: E come a messagger che porta ulivo

vv.123/124: Come quando… li colombi…..

v.132: com’om che va, né sa dove riesca

metafore:

v. 7: sì che le bianche e le vermiglie guance,

v.30: omai vedrai di sì fatti officiali

v.38: l’uccel divino, più chiaro appariva

v.56: lo sol, ch’avea con le saette conte

v.122:Correte al monte a spogliarvi lo scoglio

apostrofe:

v.79: Ohi ombre vane, fuor che ne l’aspetto!

sineddoche:

v. 20 e v. 39: l’occhio(= gli occhi) [il sing. per il plurale]

v. 58: la fronte (= la testa) [la parte per il tutto]

v.103: l’ala (= le ali) [il sing. per il plurale]

personificazione:

v.112: Amor che ne la mente mi ragiona

v.12: che va col cuore e col corpo dimora

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