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Riassunto – 2° Canto – Paradiso – Divina Commedia

Il canto si apre con un ammonimento del Poeta ai suoi lettori: solo coloro che sono dotati di intelligenza e di cultura adeguate lo potranno seguire nell’arduo cammino che sta iniziando. Infatti, con la guida di Beatrice, egli sale dal paradiso terrestre, posto sulla vetta del monte del purgatorio, al cielo della Luna, il primo dei nove cieli fisici che dovrà attraversare prìma di giungere all’Empireo, dove ha la sua sede Dio. La superficie lunare appare luminosa come un diamante, ma Dante sa che essa è COsparsa di macchie scure, intorno alle quali chiede spiegazioni . a Beatrice. Questa dapprima nega ogni valore alla credenza popolare che vedeva, in quelle macchie, la figura di Caìno gravato da un fascio di spine. In seguito dimostra la non validità della teoria scientificache trovava la causa, di quelle zone oscure nella maggiore o minore densità della materiacostituente la luna. Dopo aver convinto Dante:che la ragione umana, qualora non sia sorretta dalla fede. e dall’insegnamento teologico, mostra tutti i suoi limiti, Beatrice espone la dottrina esatta, estendendo la sua spiegazione dalla luna. a tutti gli altri corpi celesti. Le zone più o meno scure che sì notano sulla loro superficie dipendono da/l’influenza dei cori angelici, le intelligenze motrici dei singoli cieli. Infatti ad una maggiore o minore letizia della intelligenza angelica corrisponde, nel cielo che da essa riceve le sue qualità specifiche, una maggiore o minore luminosità

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