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Differenze tra Cesare e Sallustio

Cesare parla sempre in terza persona, fa spesso ricorso all’uso del participio sia come predicativo sia nel costrutto dell’ablativo assoluto, dal punto di vista sintattico l’esposizione è lineare ed oggettiva, nel de bello gallico riguardo al lessico Cesare usa sempre termini molto semplici e ricorrenti, egli si cura di essere chiaro, quindi non è minuzioso, bensì rapido e conciso. Solo nel De Bello Civili Cesare abbandona alcune volte l’oggettività della trattazione ed interviene in prima persona entrando nel vivo della questione ed esprimendo la sua opinione. La struttura del secondo commentario inoltre è molto più complessa e anche lo stile narrativo di Cesare diventa più ricco e dinamico, alcune volte drammatico.

Sallustio usa frequentemente l’infinito storico e l’allitterazione per infondere una drammaticità alla narrazione dei fatti e marcare i momenti più espressivi del discorso. Usa spesso anche antitesi e variatio quest’ultima consiste nel rompere la simmetria del periodo per stimolare nel lettore l’attenzione. Il periodo è spezzato e paratattico. La gravità austera del giudizio morale si riscontra sul piano stilistico e lessicale nell’uso di arcaismi.

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