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Lucrezio – De rerum natura ,II, vv 62-79

Testo latino

Nunc age, quo motu genitalia materiai corpora res varias gignant genitasque resolvant et qua vi facere id cogantur quaeque sit ollis reddita mobilitas magnum per inane meandi, expediam: tu te dictis praebere memento. nam certe non inter se stipata cohaeret materies, quoniam minui rem quamque videmus et quasi longinquo fluere omnia cernimus aevo ex oculisque vetustatem subducere nostris, cum tamen incolumis videatur summa manere propterea quia, quae decedunt corpora cuique, unde abeunt minuunt, quo venere augmine donant. illa senescere, at haec contra florescere cogunt, nec remorantur ibi. sic rerum summa novatur semper, et inter se mortales mutua vivunt. augescunt aliae gentes, aliae minuuntur, inque brevi spatio mutantur saecla animantum et quasi cursores vitai lampada tradunt.

Trad.

Ora, dunque, spiegherò con quale movimento i corpi generatori della materia producano le varie cose e dissolvano le cose generate, e da quale forza siano spinti a far questo, e quale mobile facoltà sia ad essi concessa per passare attraverso il vuoto immenso: tu ricorda di fare attenzione alle mie parole. Poiché certamente la materia non ha compattezza e coesione, giacché vediamo diminuire ogni cosa, e discerniamo che tutte le cose quasi fluiscono col tempo e la vecchiezza sottrarle ai nostri occhi; mentre l’insieme si vede permanere intatto, perché i corpi che si staccano da ciascuna cosa diminuiscono ciò da cui se ne vanno, dove giunsero danno accrescimento, quelle cose fanno invecchiare, queste al contrario fiorire, né si arrestano là. Così l’insieme delle cose si rinnova sempre, e i mortali vivono di vicendevoli scambi. Alcune specie si accrescono, altre diminuiscono, e in breve tempo si mutano le generazioni degli esseri viventi e, simili a staffette, si trasmettono la fiaccola della vita.

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