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Giovanni Verga: appunti

Giovanni Verga: nato nel 1840 a Catania e morto nel 1922.

È il più grande narratore dell’800 insieme a Manzoni e senza Verga non si sarebbe sviluppato il romanzo moderno. Autore verista, il cui punto narrativo coincide con quello dei personaggi  grande rivoluzione fatta da Verga.

Per la prima volta l’autore abbandona il suo atteggiamento di giudizio dall’alto e regredisce a livello dei personaggi. Verga tramite la tecnica dello straniamento non manifesta più i propri sentimenti e le proprie ideologie ma assume l’orizzonte culturale ed il linguaggio dei suoi personaggi. Tramite essa si presentano come normali quelle cose che in realtà dovrebbero essere insolute e viceversa.

Verga attua queste coraggiose scelte normative per via della crisi storica che si trova a vivere: ormai il periodo romantico/risorgimentale sta finendo e non può essere riproposto nella nuova Italia dominata dall’interesse economico, occorre rinunciare al sentimentalismo e limitarsi a un compito di documentazione scientifica.

Se nei Malavoglia vigono romanticismo e pessimismo, in Mastro don Gesualdo l’ottica dell’autore è negativa, con un realismo duro che non dà spazi di speranza.

Storia di una capinera: si tratta del primo romanzo fiorentino di Verga, scritto nel 1871 e narra la vicenda interiore ed esistenziale di Maira, orfana di madre e vissuta sempre in un collegio di monache. Prima di prendere i voti ella trascorre qualche mese in campagna nella casa del padre e della matrigna; lì frequenta un giovane, Nino, di cui s’innamora. Le legge economica è più forte dei sentimenti: Maria è povera, non ha dote e deve tornare in convento e prendere il velo. Nino sposa la sorellastra di Maria, che ha un ricca dote. Per la passione d’amore Maria sfiora la follia fino a morire.

Novità: Verga sceglie un romanzo epistolare, le cui lettere riflettono la cultura ed il linguaggio del personaggio; in questo romanzo compare per la prima volta il tema dell’orfano e dell’escluso, che tornerà in Rosso Malpelo e nei Malavoglia; il motivo dell’esclusione sociale è unito a quello economico: a prevalere è sempre la legge della roba e del denaro, mentre i sentimenti risultano impotenti.

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