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Medio Platonismo – Filosofia

MEDIOPLATONISMO

La fine dell’Accademia e La nascita del MedioplatonismoArcesilao e Carneade, malgrado le differenze, furono sostanzialmente Scettici; Filone di Larissa si spostò su posizioni eclettiche. Pertanto le fasi della storia dell’Accademia possono ridursi a tre: 1) quella antica; 2) quella nuova o scettica;3) quella eclettica. Nell’88 a.C. Filone di Larissa lasciò Atene e si rifugiò a Roma; nell’86 a.C. Silla conquistò Atene e provocò gravissimi danni, tali da rendere impossibile una rapide riparazione dei danni, compresa la ricostruzione e la riapertura dell’Accademia. E’ probabilmente questo il motivo per cui Filone di Larissa dovette giudicare inutile ritornare ad Atene. Ma mentre in Atene l’Accademia moriva, fuori di Atene, precisamente ad Alessandria, il Platonismo rinasceva. A partire dalla seconda metà del I secolo a.C., il Platonismo lentamente continuò a diffondersi e ad accrescere la propria consistenza e incidenza fino a culminare nella grande sintesi plotiniana che maturò nel III secolo d.C. e che aprì un nuovo corso al pensiero sia pagano sia cristiano. La sintesi plotiniana è stata denominata “Neoplatonismo”.

Il Platonismo di questo periodo, dalla seconda metà del I secolo a.C. a tutto il II secolo d.C., ha caratteri che stanno a mezza strada fra l’antico Platonismo di Platone e il Neoplatonismo di Plotino; è pertanto da ritenersi perfettamente adeguato il termine “Medioplatonismo”.

Differenti tendenze e articolazioni del movimento del Medioplatonismo

Il Medioplatonismo dovette nascere non ad Atene ma proprio ad Alessandria, dato che in questa città, prima che altrove, il forte senso religioso e le istanze mistiche – sorte anche per influsso dell’Oriente – portarono al recupero delle dimensioni dell’incorporeo e della trascendenza che le grandi filosofie ellenistiche avevano perduto. Da Alessandria il Medioplatonismo si diffuse presto in Occidente e fiorì soprattutto nel II secolo d.C. Alcuni studiosi hanno creduto di poter distinguere nel Medioplatonismo due tendenze di fondo fra loro differenti: una prima di carattere sincretistico, propensa a utilizzare i guadagni delle varie Scuole, e una seconda più ortodossa, più incline a respingere le dottrine di altre Scuole per attenersi a quelle più autenticamente platoniche. Un’altra distinzione può essere fatta fra i Medioplatonici che diedero al loro discorso una impostazione più filosofica, e quelli che si mostrarono invece particolarmente sensibili alle istanze religiose e mistiche.

L’importanza storico-filosofica e i limiti teorici del Medioplatonismo

L’importanza del Medioplatonismo è presto detta. Senza il movimento medio platonico il Neoplanismo sarebbe pressoché inspiegabile. Certe affermazioni che Plotino fa, senza sentire il bisogno di dimostrarle, hanno infatti la loro spiegazione appunto nel fatto che, con il Medioplatonismo, esse erano diventate

acquisizioni di dominio comune e come tali Plotino le accoglie. I limiti di questo movimento sono costituiti dal fatto che i tentativi di ripensamento e di sistemazione del Platonismo sono rimasti “a mezza strada”; nessuno dei Medioplatonici seppe giungere ad una sintesi; esso restò una filosofia di transizione, a metà cammino che conduce da Platone a Plotino

La riscoperta della trascendenza come caratteristica peculiare del Medioplatonismo

Il tratto più tipico del Medioplatonismo consiste in quella che potremmo chiamare la ripresa della “Seconda navigazione”. Il Medioplatonismo recupera insomma il soprasensibile, l’immateriale e il trascendente, e rompe nettamente i ponti con il materialismo dominante ormai da molto tempo.

Ripresa e ripensamento della teoria platonica delle Idee

Logica conseguenza di questa ripresa della “Seconda navigazione” fu la riproposizione della teoria delle Idee. Alcuni autori considerarono le Idee nel loro aspetto trascendente come pensieri di Dio. Le Idee e il mondo dell’intelligibile vennero identificati con l’attività e con il contenuto della suprema Intelligenza.

Il Timeo come testo base del Medioplatonismo

Il testo che i Medioplatonici considerarono punto di riferimento e dal quale desunsero lo schema stesso per il ripensamento della dottrina platonica fu il Timeo (vedi sk. 1-5-7 e successivi) (il Timeo è il dialogo in cui Platone parla del Demiurgo, del cosmo e dell’anima).

I Medioplatonici hanno seguito di preferenza un metodo opposto a quello dei Peripatetici di questa età (Andronico ed Alessandro): infatti i primi ritennero che il modo migliore di comprendere Platone fosse quello di compendiarlo, i secondi invece considerarono che il miglior modo di comprendere Aristotele fosse quello di commentarlo.

Forti interessi religiosi e loro effetti

Per tutte le scuole ellenistiche la parola d’ordine era stata: “segui la natura (physis)”; e questa natura era stata intesa in modo materialistico e immanentistico. La nuova parola d’ordine dei Medioplatonici fu invece: “segui Dio”, “assimilati a Dio”, “imita Dio”. Il sentimento religioso portò i Medioplatonici a dare un notevole rilievo anche alla dottrina dei demoni, antica quanto il pensiero greco, cara agli Orfici e ai Presocratici che si erano ispirati all’Orfismo, cara a Platone e cara alla stessa Stoa. L’accentuazione della trascendenza di Dio e del divino rispetto all’uomo e al mondo fisico rendeva necessari dei “mediatori” e appunto come di mediatori fra Dio e uomo i Medioplatonici si avvalsero dei demoni.

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