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Riassunto – Canto 17° – Inferno – Divina Commedia

Richiamato dalla corda lanciata da Virgilio, dall’abisso emerge Gerione, mostro alato con coda di serpente, volto umano e corpo variopinto come un tappeto. Gerione si posa sull’orlo roccioso del burrone, a poca distanza da Dante e Virgilio, che si mettono in cammino sul bordo del baratro per raggiungerlo. Fatti pochi passi i due scorgono il terzo gruppo di peccatori puniti sul sabbione: sono gli usurai, violenti contro la natura e l’arte umana, rannicchiati come cani sulla sabbia, sfigurati e irriconoscibili nel volto, ma individuati da un sacchetto appeso al collo sul quale è dipinto lo stemma familiare di ciascun dannato. Dante non può riconoscere nessun usuraio, tanto questi sono deturpati dalla pioggia infuocata e resi simili ad animali, ma è in grado di individuare tre membri di note famiglie fiorentine e un padovano. Quindi Dante raggiunge Virgilio che è già in groppa a Gerione, e non senza timore sale anch’egli sull’animale, che si leva in volo scendendo nel baratro con larghi giri, fino a posarsi sul fondo dove lascia scendere i passeggeri per poi ripartire veloce come una freccia.

Fonti: italica.rai.tv

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